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Stress, ansia e burnout

Stress, ansia e burnout. Cosa sono e come combatterli


Non ce la faccio più! Che ansia tornare a lavoro lunedì. Mi sento svuotato. Più di così non so cosa fare
Non faccio altro che pensare al lavoro anche quando non sono al lavoro.

Queste sono alcune delle affermazioni più comuni che mi capita di sentire dalle persone che
lamentano situazioni di stress, ansia e malessere generale riconducibili all’ambito lavorativo.

Secondo una recente indagine condotta dall’Osservatorio BVA Doxa – Mindwork (2023), lo scorso
anno in Italia, il 76% dei lavoratori e delle lavoratrici di aziende con almeno 10 dipendenti ha
provato almeno uno dei principali sintomi del burnout. Nel frattempo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che a livello globale siano 12 miliardi le assenze annue dal lavoro a causa di malessere psicologico, causate per esempio da carichi eccessivi di lavoro, forte stress, lunghi orari, fatica psicologica, burnout, ecc. La stessa OMS, per la prima volta nella storia, ha raccomandato la formazione di Manager e Dirigenti per prevenire ambienti di lavoro stressanti.

Ma cosa sta succedendo?

Siamo di fronte ad una preoccupante esplosione di ambienti di lavoro tossici per la salute mentale
dei lavoratori? Oppure ci siamo rammolliti tutti e ci siamo scoperti improvvisamente più vulnerabili
alle fatiche del lavoro?

La verità sta, a mio avviso, un po’ nel mezzo: se infatti da una parte il lavoro è diventato sempre
più potenzialmente stressogeno ed ansiogeno
(basti pensare al carico emotivo e alla complessità
sempre maggiore che hanno assunto le relazioni che intratteniamo al lavoro, o all’incessante bombardamento di comunicazioni, messaggi, mail, richieste che incassiamo ogni giorno), dall’altra
stiamo cominciando ad essere più consapevoli del nostro benessere psicologico
. Stiamo
imparando a dargli maggiore importanza e quindi, quando viene minacciato, sentiamo il bisogno di
proteggerlo e di riconquistarlo quando viene perduto.
In sostanza stiamo imparando a volerci bene anche sul lavoro, e quindi a voler stare bene al
lavoro e a voler fare un lavoro che ci faccia sentire bene.

Ansia, stress e burnout sono oggi le principali manifestazioni di malessere connesse al lavoro e
quindi le maggiori antagoniste del benessere psicologico e della salute mentale al lavoro
.
Antagoniste che spesso vengono confuse e scambiate, con il rischio non solo che finiamo per
chiamare ansia quello che in realtà è stress o viceversa, ma soprattutto che a causa di questo
“equivoco diagnostico” applichiamo soluzioni sbagliate o parziali per prenderci cura del nostro
benessere (o malessere).

Un po’ come se scambiassimo un mal di gola con un dolore alla cervicale, e finissimo per applicare
una pomata al collo con la speranza di risolvere i sintomi febbrili. Un po’ difficile pensare che
risolveremmo il problema così.


1. Ansia, stress e burnout: cosa sono e come riconoscerli

Cominciamo a definire queste condizioni con un piccolo alfabeto che, senza alcuna presunzione di
esaurire l’argomento, possa aiutarci a dare una giusta definizione alle cose ed imparare a
riconoscere le principali manifestazioni.

1.1 Ansia

L’ansia è un’emozione secondaria che deriva dalla paura. E’ la paura che in futuro possa
accadere qualcosa con conseguenze inevitabili o non prevedibili, e pertanto cominciamo a
produrre tutta una serie di anticipazioni, proiezioni e pensieri per colmare il “vuoto” rispetto
all’incertezza di ciò che accadrà. O meglio di quello che noi pensiamo che possa accadere.
Sono in effetti i nostri pensieri a generarci ansia.
Sul lavoro siamo in ansia quando c’è qualcosa che accadrà (o che pensiamo possa
accadere in futuro) che ci spaventa, ci preoccupa o ci mette in uno stato di allerta.

1.2 Stress

Lo stress è una reazione generale di adattamento del nostro organismo che diventa nociva
nel momento in cui le richieste superano le risorse a disposizione. Se lavoro-correlato, le
cause sono da ricondursi a: clima organizzativo, rapporti interpersonali, sviluppo di carriera,
ruolo, organizzazione del lavoro.
Lo stress quindi non solo è una reazione spontanea del nostro organismo, ma entro una
certa dose è addirittura sano. Se il nostro organismo non reagisse di fronte all’esposizione
ad un fattore stressante resteremmo infatti in una situazione di squilibrio.

Reagire ci permette invece di attivare tutte quelle risorse e competenze che ci consentono
di reggere l’urto dello stressor e di riportare il nostro organismo in uno stato di equilibrio.
Se fossimo un piccolo asinello, potremmo dire di sentirci stressati quando sulla nostra
schiena viene caricato qualcosa che le nostre ginocchia non riescono più a reggere.
Quando cioè le richieste al nostro organismo superano le risorse che abbiamo a disposizione.
Chi si sente stressato sul lavoro, sente dunque un carico eccessivo nel presente. Non una
preoccupazione per il futuro (in quel caso infatti parliamo di ansia).

1.3 Burnout

Tecnicamente, si tratta di una sindrome derivante dallo stress cronico non gestito sul posto di
lavoro, caratterizzata da tre dimensioni: sensazione di esaurimento, distacco mentale dal
proprio lavoro e senso di inefficacia e di mancanza di realizzazione (Maslach & Leiter, 2016).
Il burnout è dunque uno stress “non” o “mal” gestito nel passato che si è cronicizzato, portando
la persona a manifestare una forte sofferenza caratterizzata da:

  • Esaurimento: stanchezza psicofisica e sensazione di essere emotivamente svuotato/a
  • Cinismo: atteggiamento negativo e di distacco nei confronti del proprio lavoro
  • Ridotta efficacia professionale: sensazione di diminuzione o perdita della propria competenza professionale

Se fossimo ancora un asinello, potremmo dire di essere in burnout quando a seguito dell’eccessivo carico sulla schiena, le nostre ginocchia non hanno retto più e si sono spezzate.

2. Rimedi e soluzioni: come combattere stress, ansia e burnout

Sarò categorico: se vi riconoscete in una sintomatologia ansiosa o di burnout, c’è solo una strada
che mi sento di suggerirvi e si chiama Psicoterapia.
Diverso è invece il discorso sullo stress, per cui possiamo trovare dei rimedi fai da te che
possono mitigare gli effetti dello stress e in generale restituirci un po’ d benessere. Dobbiamo premettere però che il benessere al lavoro, oltre ad essere una competenza prettamente individuale, è indubbiamente collegato a quello che l’azienda fa per rendere un ambiente di lavoro un luogo a misura di benessere.

In altre parole, se è vero che possiamo stare bene se prima di tutto siamo capaci di dimostrare a
noi stessi che siamo in grado di stare bene, è anche vero che un’azienda non può abdicare alle
sue responsabilità di costruire ambienti di lavoro sani e sicuri da un punto di vista psicologico.
Vediamo però qualche piccolo rimedio che può mitigare lo stress e restituirci un po’ di benessere quando ci sentiamo sopraffatti da ciò che ci accade sul posto di lavoro:

  1. Pratiche di rilassamento (mindfulness). Ci possono aiutare a connetterci con il nostro corpo nel “qui e ora” e migliorare il nostro equilibrio. Molte aziende stanno introducendo questa tecnica per favorire maggiore rilassamento e consapevolezza delle proprie emozioni.
  2. Camminare nella natura. La natura ha un grande effetto curativo. Passeggiare o stare in contatto con la matura ci aiuta a recuperare energie e “ricentrarci”.
  3. Praticare un hobby: esiste il cosidetto tempo dedicato al lavoro e il tempo per il nostro benessere personale. Praticare un hobby è certamente un modo per prenderci cura del nostro benessere personale, ma allo stesso tempo permette di mitigare e compensare gli effetti nocivi dello stress.
  4. Supporto psicologico. Chiedere aiuto ad un professionista e fare un percorso per prenderci cura di noi stessi e del nostro benessere psicologico è sempre una buona idea. Lo è ancora di più in momenti di stress.
  5. Occasioni di convivialità e aggregazione. Lo stress è nemico della socialità, ma la socialità è nemica dello stress. Creare occasioni conviviali e sociali è un ottimo modo per staccare e ritrovare energie.
  6. Fare una vacanza: staccare dal lavoro è un modo per ricaricarci ed allentare la tensione quando le risorse che abbiamo a disposizione per fronteggiare le richieste sul lavoro cominciano ad esaurirsi. Staccare non risolve il problema se il nostro lavoro continua ad essere eccessiva fonte di stress, ma ci permette di fare il pieno di risorse per poter meglio fronteggiare le difficoltà quando arriveranno.
  7. Fare delle pause al lavoro: vale lo stesso principio del concetto di vacanza. Staccare ci serve!
  8. Cambiare lavoro. A volte è necessario: non dobbiamo dimostrare di essere capaci di sopportare alti livelli di stress per essere fieri di noi. Se lo stress si cronicizza il rischio di sviluppare burnout o disturbi alla nostra salute fisica e mentale aumenta esponenzialmente. Meglio cambiare finchè si è in tempo, soprattutto se lo stress non accenna a diminuire.
  9. Trovare il proprio equilibrio: essere o fare il proprio lavoro. Non è possibile analizzare il rapporto con la propria sfera professionale senza indagare dentro di sé. Ed è proprio indagando dentro di sé che si è poi in grado di gestire il lavoro con equilibrio. Con il proprio equilibrio. Chiediti cosa significa per te il tuo lavoro, ma anche cosa è importante per te oltre al lavoro. E se io mi identifico con il mio lavoro non significa che il mio lavoro debba essere identico a me.

Tutti questi rimedi, lo specifico ancora una volta, possono essere utili nel caso in cui la condizione
che stiamo cercando di fronteggiare è quella dello stress. Non lo sono se stiamo cercando di contenere una reazione d’ansia, e a maggior ragione non possono considerati rimedi applicabili in caso di di burnout.

Le nostre ginocchia, per tornare all’esempio dell’asinello, sono ormai rotte, spezzate quando siamo in burnout. Potremmo quindi anche decidere di prenderci una vacanza, ma ci andremmo con le ginocchia spezzate. Possiamo decidere di lasciare il nostro lavoro e cercarne un altro, ma se non curiamo questa condizione come si deve, arriveremo sul nuovo posto di lavoro con le ossa comunque rotte.

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